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  E se fia muta ogn’altra cosa, al fine
  Parlerà il mio morire,
  E ti dirà la morte il mio martire.
  Erg.Mirtillo Amor fù sempre un fier tormento,
  Ma più quanto è più chiuso;
  Però ch’egli dal freno
  Ond’è legata un’amorosa lingua
  Forza prende, e s’avanza,
  E più fiero è prigion, che non è sciolto.
  Già non dovevi tu si lungamente
  Celarmi la cagion de la tua fiamma,
  Se la fiamma celar non mi potevi.
  Quante volte l’hò detto, arde Mirtillo,
  Ma in chiuso foco e’ si consuma, e tace.
  Mir.Offesi me per non offender lei
  Cortese Ergasto, e sarei muto ancora;
  Ma la necessità m’ha fatto ardito.
  Odo una voce mormorar d’intorno,
  Che per l’orocchi mi ferisce il core
  De le vicine nozze d’Amarilli.
  Ma chi ne parla ogni altra cosa tace,
  Ed io più innanzi ricercar non oso,
  Sì per non dar altrui di me sospetto,
  Come per non trovar quel che pavento.
  Sò ben Ergasto, e non m’inganna amore,
  Ch’a la mia bassa, e povera fortuna
  Sperar non lice in alcun tempo mai
  Che ninfa sì leggiadra, e sì gentile,
  E di sangue, e di spirto, e di sembiante

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