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Ciò nasce dal fatto che solamente a poco a poco si capisce che una linea di vita è creazione nostra in tutte le minute radici che l’esprimono dall’esperienza. Gli sconforti giovanili nascono dall’impossibilità di far coincidere la propria esperienza col modello grosso e schematico che si era tratto dal mondo. Qualunque professione, qualunque figura sociale, appare al giovane remota e irraggiungibile, fino che a poco a poco egli non ha creato la sua particolare figura e professione — inconfondibili, nella loro lenta e interiore sostanza, col mito grossolano che s’era proposto e che aveva temuto. Ma allora è un uomo (Cfr. 6 dicembre ’ 38, 29 gennaio, 7 febbraio, 9 febbraio). Si conferma che essere giovani è non possedere se stessi.

12 marzo.

Da notare che Proust, il frantumatore degli schemi dell’esperienza in miriadi di istanti sensoriali, è poi il piú arrabbiato teorico di queste sensazioni, e costruisce il suo libro non su richiami mnemonici dall’una all’altra, ma su piani concettuali e gnoseologici che le annullano a materiale d’indagine.

29 marzo.

Dal 6 dicembre ’38 consegue che è piú spiacevole morire vecchi che giovani.

3 aprile.

Ciascuno ha la filosofia delle proprie attitudini.

26 aprile.

La compagnia di una persona amata fa soffrire e vivere in stato violento. Bisogna scegliere la compagnia di chi ci sia indifferente,

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