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La realtà della guerra suggerisce questo semplice pensiero: non è doloroso morire quando muoiono tanti tuoi amici. Dalla guerra nasce il senso di gruppo. Benvenuto.

9 giugno.

Qii ha una passione dominante, in funzione di questa odia il genere umano, perché tutti gli appaiono, in rapporto alla sua passione, come rivali, o, comunque, resistenze.

12 giugno.

La guerra rialza il tono della vita perché organizza la vita interiore di tutti intorno a uno schema d’azione semplicissimo — i due campi — e sottintendendo l’idea della morte sempre pronta fornisce alle azioni piú banali un suggello di gravità piú che umana.

13 giugno.

Una dichiarazione di guerra è come una dichiarazione d’amore. Si diventa l’eguale del nemico e ci si innalza o abbassa con lui. Si rinfacciano al nemico le stesse enormità dispettose che — una volta innamorati — siamo prontissimi a compiere noi, e si rinfacciano sullo stesso motivo di lesa umanità.

Ripeti dell’amore ciò che hai detto il 12 giugno della guerra.

14 giugno.

La ragione perché in politica è permessa qualunque porcheria e il criterio è astuto-sciocco, non buono-cattivo, pare questa: il corpo politico non muore e non risponde quindi davanti a nessun dio. La sola ed esclusiva ragione della moralità individuale è che un giorno si morirà e non si sa di poi.

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