< Pagina:Pavese - Il mestiere di vivere.pdf
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
1940 201

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pavese - Il mestiere di vivere.pdf{{padleft:205|3|0]]

 p. 38 (dialetti per lingua letteraria). «Le antiche commedie toscane, e le veneziane del Goldoni, sono le migliori: ma nel regno di Napoli, e a Roma, ed in Lombardia, riescirebbero freddissime al popolo».

 p. 41 (Boccaccio): «tutti scrivevano in modo diverso dal suo, chi affermerà ch’ei scrivesse per l’appunto come parlava, e che la lingua scritta da lui fosse il dialetto del popolo Fiorentino, né piú né meno?»

 p. 42: «Se non che l’arte, necessaria in tutte le lingue, riesce difficilissima agli Italiani; perché non hanno Corte né città capitale, né parlamenti dove la lingua possa arricchirsi secondando... il corso e mutazioni delle idee».

 p. 43 «per l’essenza sua letteraria, la lingua Italiana fu l’unica tra le lingue recenti la quale abbia preservato quasi tutte le sue parole armoniose, evidenti e graziose, e tutti i suoi modi eleganti, per cinque secoli e piú».

 p. 58: e Altrove, spero, ho appurato che la lingua Omerica non fu congegnata a mosaico di dialetti diversi, com’è generale opinione: ma sí, che fu studiata da poeti e da storici a infondere qualità letteraria a dialetti delle loro città, sí che scrivendoli riescissero piú agevoli a tutta la Grecia (History of theè Aeolic Digamma)».

 p. 76: (la Crusca): «rimane pur sempre vocabolario di dialetto e non di lingua».

Sul testo del Poema di Dante:

 p. 117: «scrittori Greci e Romani... non perché insegnino teorie di libertà naturale e di diritti imprescrittibili, quando anzi per essi tutto diritto ed obbligo erano decretati dal fato e dalla vittoria».

 p. 120: «né le opinioni prevalgono mai se non quando regnano in compagnia della forza dei governi per cui solo possono prosperare».

 p. 321: «Le lingue, dove è nazione, sono patrimonio pubblico amministrato dagli eloquenti; e dove non è, si rimangono patrimonio di letterati; e gli autori di libri scrivono solo per autori di libri».

 p. 382: «E mi credo, e in ciò mi sento sicuro del vero, che moltissimi tratti, e piú veramente i dottrinali e allegorici del Paradiso, siano stati i primi pensati e composti piú tempo innanzi che

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.