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5 novembre.
Confessioni di Kierkegaard che descrivono il letterato, l’intellettuale puro: «i miei interessi non sono subordinati tutti a un singolo, ma tutti coordinati» e «ciò che mi mancò fu di condurre una perfetta vita umana, e non soltanto quella della conoscenza». Pensieri di ieri sera parlando di G. con la Romano, ritrovati stamattina in Przywara (Das Geheimnis Kierkegaards, pp. 11 e 12) per la solita coincidenza.
Prima del Romanticismo non esisteva l’intellettuale, perché non esisteva contrapposizione fra vita e conoscenza. (Questo nesso l’hai già notato una volta). Accorgersi che la vita è piú importante che il pensiero, significa essere un letterato, un intellettuale; significa che il proprio pensiero non si è fatto vita.