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1948 | 327 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pavese - Il mestiere di vivere.pdf{{padleft:331|3|0]]
Ci sono strade, corsi, di Torino dove camminavano e vivevano gente che la guerra ha sbattuto e ammazzato. Gente contenta, intelligente, che allora contavano, che tu sapevi appena. Era tutta una società. Perché c’è stata?
30 gennaio.
Notte di stelle rade, nitide. Viste tra i rami degli alberi paiono gemme, germogli. Le prime dell’anno.
(12 ottobre ’43 — 25 luglio ’44 — 15 marzo ’45 — 18 aprile ’45 che si può fare di questi cinque frammenti? Niente. Che ognuno sia perfetto? Già. Effetto delle cose rare).
4 febbraio.
Il 2 lunedi smesso, cosí per gioco. Non sembra difficile.
Certo che Falqui combatte bene. Il Laboratorio della «Fiera Letteraria» è sempre intelligentissimo. La prosa didimea avvicinata alla leopardiana e contrapposta alla romantico-dialettale, è una bella scoperta.
5 febbraio.
La mia crescente antipatia per N. viene dal fatto ch’essa prende per granted, con una spontaneità anch’essa granted, troppe cose della natura e della vita. Ha sempre il cuore in mano — il cuore muscolo — il parto, il mestruo, le vecchiette. Da quando B. ha scoperto che lei è schietta e primitiva, non si vive piú.
In religione non si guarda alla vita ma alla morte, perché le cose della vita ricevono il loro valore dall’essere vedute dentro l’eternità, e cioè oltre o sopra la morte