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2 settembre.
L’istinto risponde:
Tutte le spiegazioni cristiane della storia (che la Palestina è il teatro del mondo, ecc.) sanno di rappezzatura.
(Vedile in lowith, Meaning of history, p. 188)
La natura non è un soffio, un sogno, un enigma destinato a dileguare — è una cosa greve e sostanziosa.
7 settembre.
La risorsa ancestrale è solo questa: fare un lavoro bene perché cosí si deve fare.
(leggendo Piemonte di A. Monti sul «Ponte»).
12 settembre.
Le vere assorbenti mitico-residuali strutture sono nei libri che applicano un metodo d’indagine analitica: Propp, Philippson, Toynbee ecc. Probabilmente anche in quelli di scienza. Qui si trova la vera l’autentica prosa di ricerca (racconto = vedere come uno se la cava in una data situazione), analoga alla struttura del romanzo giallo. A queste strutture noi possiamo credere perché sono le sole che ci tengono sospesi, c’invogliano a vedere come va a finire. (E il racconto è questo: non caratteri, non psicologia, non cronaca, ma una serie di constatazioni congegnate insieme a portarci a una constatazione finale che include tutte le precedenti).
Non è questo, Erodoto?
30 settembre.
Non hai piú intimità. Meglio, la tua intimità è oggettiva, è il lavoro (bozze, lettere, capitoli, sedute) che fai. Ciò è pauroso. Non