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364 | 1950 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pavese - Il mestiere di vivere.pdf{{padleft:368|3|0]] l’opera di Robespierre, che lui credeva l’edificazione politica della virtú, lo capí lo storicismo scientifico — ma per lui era il suo destino. Beninteso, posteri ulteriori vedranno un senso anche piú profondo nell’opera di Robespierre, e allora anche l’interpretazione storicistica farà parte del suo destino, sarà stata il suo destino (il non ancor risolto in consapevolezza).
Rapporto del destino col superstizioso. Il primo è il fatto istintivo, non ancor conosciuto né previsto, il secondo il fatto istintivo dopo conosciuto. Il primo è un modo di esser vivi, il secondo di esser morti.
3 gennaio.
Non sono fungibili le direzioni che il destino poteva prendere. Noi constatiamo che quella presa (in certi casi o sempre?) è buona — che salda insieme tutti i giorni secondo uno sviluppo — era, all’inizio, un bocciolo che ha dovuto fare il suo corso ed esistere.
4 gennaio.
Visto e fiutato quanto Roma ha di peggio. Facile amicizia, vita d’occasione, denaro fatto e speso come se non ci fosse, e invece tutti i criteri, i gusti, le voglie ecc. sono in funzione del far denaro.
Comincia ad apparirti come infanzia (adolescenza) anche l’età dei trent'anni. Puoi fare racconto — cioè — anche della cultura. La virilità si può intuire («favoleggiare») quando appaia come un’infanzia.
Aver digerito un’esperienza, avere il distacco vuol dire vederla come un’ingenuità infantile. La grande poesia è ironica.
7 gennaio.
A Roma, hai spiegato allo «zio Sandro» che tutto quello che è valore va salvato — tutte le aspirazioni, i gusti, le umanità — il libe-