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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pavese - Il mestiere di vivere.pdf{{padleft:58|3|0]]
Per possedere qualcosa o qualcuno, occorre non abbandonargli, non perderci dietro la testa, restargli insomma superiore. Ma è legge della vita che si gode solamente ciò in cui ci si abbandona. Erano in gamba gli inventori dell’amore di Dio: altro che insieme si possieda e si goda, non esiste.
17 novembre.
Ogni donna desidera avidamente un amico, con cui confidarsi e riempire il vuoto delle ore in cui il terzo è lontano; esige che questo amico non le disturbi il suo amore; s’irrita se le chiede qualcosa che interferisca col suo amore: ma che l’amico si raccolga in sé e castighi i propri sguardi e le proprie parole all’unico scopo di non piú soffrire di quel desiderio e subito la donna — ogni donna rimette fuori sguardi, unghie e parole per saperlo e vederlo soffrire. E lo fa senz’accorgersene.
E soprattutto ricordarsi che far poesie è come far l’amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa.
È incredibile che la donna adorata venga a dire che i suoi giorni sono vuoti e tormentosi ma che di noi non vuole saperne.
Il compenso di aver tanto sofferto è che poi si muore come cani.
I grandi poeti sono rari come i grandi amanti. Non bastano le velleità, le furie e i sogni; ci vuole il meglio: i coglioni duri. Che si chiama altresí l’occhio olimpico.