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L’ospedale ha un giardino che odora di terra,
messo insieme a fatica, per dare ai malati aria buona.
Il mio prete conosce le piante e i cespugli
anche più dei suoi morti, ché quelli rinnovano,
ma le piante e i cespugli son sempre gli stessi.
Tra quel verde borbotta — a quel modo che fa sulle tombe —
negli istanti che ruba ai malati, e dimentica sempre
di fermarsi davanti alla grotta, che han fatto le suore,
della Natività, in fondo al viale. Si lagna talvolta
che le cure gli han sempre impedito di dare un’occhiata
ai bisogni degli alberi secchi e che mai, da trent’anni,
ha potuto pensare alla requiem eterna.

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