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seraphina 103

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Non credete che il suo corpo divino
  Sia chiuso adesso fra quattro assicciuole?
  I preti gli parlarono in latino
  16Girando intorno colle negre stole.

Come due remi a un naufrago legati
  Le stan distese e immobili le braccia;
  Errano i vermi ciechi e spensierati
  20Sul bianco seno e sulla bianca faccia.

E le cascan le palpebre in frantumi
  Come imposte di casa inabitata;
  Quella chioma di raggi e di profumi
  24L’hanno gli eredi a un creditor lasciata.

Cerchiam nei balli, e la vedremo ancora
  La lunga chioma dalla negra tinta:
  Forse vi intreccia mammole a quest’ora
  28Qualche beltà nel gineceo discinta.

Ed io che le avea fatto una canzone
  Alla povera morta, appena, appena!
  Era la lista delle cose buone
  32Ch’ella offria nella sua stanza serena.

E — inchiodala sull’uscio — io le avea detto,
  Un sigaro fumando in santa pace:
  Inchiodala sull’uscio, è il tuo brevetto,
  36— Il miglior dei blasoni, e il più verace.

E la canzon dicea: «Libero ingresso!
  Si dan lezioni di teologia;
  Qui dalla bocca di un maestro istesso
  40Parlan del cielo amore e poesia.

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