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104 penombre

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Lasciate la memoria e la speranza,
  Lasciatele qui fuori ad aspettare;
  Si gridi al mondo, entrando in questa stanza,
  44Dolce pianeta seguita a rotare;

Seguita pure, o docile pianeta;
  Quando nell’aria a faccia a faccia sono
  I secoli di noia e l’ora lieta,
  48Volando si ricambiano il perdono.

Seguita, va! Figli d’Adamo, avanti,
  Che già la noia è al limitar rimasa;
  (Non badate alle imagini dei Santi,
  52Son della vecchia che affittò la casa).

No, il paradiso una stupida cosa,
  Non è qui dentro, nè di talpe un sogno;
  È un’alcova pulita e silenziosa,
  56È il delirio, è l’oblio d’ogni bisogno;

D’ogni bisogno, d’ogni legge umana,
  Di tutti i gioghi alla carne inossati;
  È la palma ove bee la carovana
  60Dei desiderii oscuri e sterminati;

È il sacro Ver per cui l’idea s’inciela,
  È la Materia, la divina antica,
  L’eterna maga che beando svela
  64I segreti del mare e della spica.

È la piscina, e non è sugellata,
  È il nettare che i numi han preferito,
  È la fè d’ogni razza e d’ogni data,
  68È la vita, è la morte, è l’Infinito!»

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