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128 | PENOMBRE |
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II
65Calava il sole e la notte salìa.
Piovevano con quelle
Parole e colle stelle,
Goccie d’amore e di malinconia;
Calava il sole e la notte salìa.
70Egli guardava attonito,
Triste, cogli occhi immoti,
L’universale accendersi
Dei continenti ignoti;
Egli sognava, o limpido
75Raggio, o profondo velo!
La vastità del cielo,
E della donna il cor.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Perchè, cretino e splendido
Mondo dei Filistei,
80Sotto l’arcano incendio
Fremevi, e intorno a lei?
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