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12 | PENOMBRE |
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15La casicciuola e la castalderia
Colman la botte;
Dà il giovin vino alla malinconia
La buona notte;
E lune e falchi e santi e chiavi d’oro
20Già, sulle insegne oscure,
Di ripinture ― parlano fra loro.
Come, come restar fra questi avelli
Che chiaman stanze?
Copron di versi i lirici tinelli
25Le lontananze:
Oh miei curati nelle vigne erranti
Col tondo viso in foco
E il parlar roco ― delle dee baccanti!
Oh le donne, oh le chiacchiere del prato!
30Che laconismo!
Nessun ti chiede, là, se sei soldato
Del realismo,
E nessuno s’impenna e fa gli occhioni
Se vengono a sapere
35Che odii il mestiere ― d’imitar Manzoni.
E vi son certe strade in Valtellina
Cui far l’amore,
Meglio che al muso e alla carta velina
Di un editore:
40Conoscete il Legnone, o miei messeri?
Là vivi i fiori stanno
Che qui vi danno ― in polvere i droghieri.