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XXXV.


DOLOR DI DENTI





Nelle eterne solitudini
  Ride il sole come un pazzo,
  E le fervide risate
  Son di raggi immense ondate;
  5Per le selve e i precipizii,
  Lungo i solchi e nelle ville,
  Tutto è fremiti e scintille,
  Tutto è palpiti e splendor.

Musa mia, tu se’ una mummia,
  10Nel mio cranio, orsù, ti sdraia;
  Tavolozza, si sbadiglia?
  Come un feretro sei gaia!...
  In un dente che somiglia
  A una torre rovinata,
  15Ho una danza forsennata
  Di stranissimi dolor.

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