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154 | penombre |
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Le vecchie note, o vegine,
70Le troveranno ammodo,
E ci diran sul sodo:
— Bene, bene davver! —
Al di là dei comignoli
Se tentiam batter l’ali,
75Potrem fra noi benissimo
Dichiararci immortali,
Ma ricontando cedole
E buoni del Tesoro,
Brontoleran fra loro:
80— È linguaggio stranier! —
Musa! le notti volano
Quando vieni in famiglia;
Già la lucerna è pallida
E la città sbadiglia...
85Io stanco sono... oh il fulgido
Sole che spunta adesso,
Quello è sempre lo stesso
Da quando in cielo entrò!
E a noi mutar coi secoli
90È legge e forma e ingegno;
Or giganti magnanimi,
Or fantocci di legno;
Poc’anzi io stesso un angelo,
Presto un verme dormente,
95Una preda del niente,
Un uom che vaneggiò!