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Apri, ingrato ai dolor! siam noi la musa,
L’eterna musa che pel mondo corre;
Non è poeta l’uom che ci ricusa,
48L’uom che ci abborre. —
Ed io rispondo: — Sirene, Sirene,
Tornate a sonnecchiar sotto il sagrato:
Siete il vin che mi ha rôso e le cancrene
52Che m’han bruciato!
Oh se il soffrir fosse il retaggio, il motto
Dei guerrier della lira e del pensiero,
Vi inchioderei sul cor!... ma gli è lo scotto
56Del mondo intiero!
Andatene, per Dio! — .... Li sento appesi
Alla parete polverosa e scialba,
Urtar le imposte, come ospiti offesi....
60Ma spunta l’alba,
E canta il gallo; (il gallo campagnuolo
Conserva ancor la leggendaria possa:)
I miei dolori tornano al lenzuolo,
64Dentro la fossa;
E allor comincia la dolce giornata.
Prima son vaghi suoni in lontananza,
Qualche canzon furbetta e spensierata,
68O il mar che danza;
Poi paroluccie tutte vispe e fresche
Della cara fanciulla allegra e bella:
Torna dall’orto carica di pesche
72Grembo e scarsella.