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la messa d’oro 289

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pensieri e discorsi.djvu{{padleft:301|3|0]]di casa sua. L’una nel tragitto fatto all’indietro, non ha veduto, non ha potuto vedere, quel che ha veduto l’altra, nel suo, fatto volando in avanti: non ha veduta la dolce madre che è sull’uscio, accorsa alle grida... Ma credete voi che ella, la dolce madre, non abbraccerà l’una, come abbraccia l’altra? Pur che essa riesca a lei, sì, non è vero? E se arretrerà, invece, verso qualche precipizio che ella non veda, la mamma farà qualche passo, volerà anzi verso la sua bambina che si perde senza volere e senza sapere! Non è vero, o uomini della chiesa, la cui anima fugge, inorridita, dal male e vola verso Dio, non è vero, che anche l’anima di costoro, pur camminando all’indietro, senza vedere ciò che voi vedete, fa lo stesso cammino e riesce al medesimo fine, quando giunge alla porta dopo cui ormai si è sicuri? E ciò, perchè ella è guidata da un sentimento eguale al vostro, di odio al male che è lo stesso che amore del bene?

A ogni modo, o anime che volate dritte, o anime che fuggite a ritroso, nel comune tragitto che è del bene, sino alla porta che vi nasconderà tutte, non vogliatevi male! Quel tragitto è proprio un volo e una fuga, e dura così poco!



VI.


Non vogliatevi male; anzi date la prova che all’amore ubbidite, sì voi uomini di chiesa, sì voi uomini di scienza, amandovi gli uni gli altri...

Ma gli uomini di scienza interrompono:

“Non è l’amore, se non esclusivamente di sè,

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