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98 MARIO RAPISARDI

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Pur che a salmi di mistiche Sirene
  Le orecchie inceri;

Redimerai tu la falange oscura
  Dei faticanti oppressi,
Ma cinta sol di tua virtù, ma pura
  L’ibridi amplessi.


XXII.

Combattendo per tanti anni contro la potenza delle tenebre, io non ho fatto altro che il mio dovere di uomo, di cittadino, di scrittore.

Confortati dai generosi ardimenti dei figli di Voltaire e di V. Hugo, dobbiamo ora stringerci animosi e operosi al nostro vessillo, illuminare la coscienza del popolo, protestare altamente contro i compromessi e i traccheggiamenti di una politica che rinnega le nostre gloriose tradizioni, disonora l’Italia, offende la civiltà.


XXIII.

settembre 1908.

Non si fidi il Popolo di chi gli parli di possibili conciliazioni fra la religione e la scienza, fra l’Italia e il Papato, fra la libertà e la forca.

Aborra dagli uomini di doppia coscienza, che si gabellano per liberi pensatori e mandano i figli alla scuola dei gesuiti.

Disprezzi chi sbraita di umani diritti e soffre che le sue donne vadano a versare l’animetta

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