< Pagina:Pervigilium Veneris (Romagnosi).pdf
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pervigilium Veneris (Romagnosi).pdf{{padleft:5|3|0]]



TRADUZIONE


  Ami domane — Chi non amò;
  E ancor chi amò — Ami domane.

Nuova e canora sorgere — Già vedi Primavera.
  In primavera il nascere — Fu dato ad ogni sfera.

In primavera accordano — Gli amori le lor voglie;
  Nido nuzial gli aligeri — In primavera accoglie.

E ’l bosco che rivegeta — Per maritale umore
  Della sua chioma scioglie — All’aura il nuovo onore.

Dal sangue allor de’ Superi, — Dal globo fuor spumoso,
  Infra cavalli bipedi, — Fra azurro acervo ondoso,

L’almo poter d’Egíoco — Su conca lucicante
  Fece dischiuder Venere — Marino umor grondante.
  Ami domane, ec.

La Dea che amori accoppïa — Fra gli alberi ombreggianti
  Tesse con tralci mirtei — Capanne verdeggianti.

Assisa in alto soglio — All’indoman Dïone
  Farà co’ suoi giudizi! — Equa ad ognun ragione.

E all’anno che s’irradïa — Di porporin colori
  Ella le spoglie semina — Di bei gemmati fiori.

Ella doman le Vergini — Avvinte vuol di rose
  Che dalle foglie scuotano — Le stille rugiadose.

I germi sol che spuntano, — Cui la corteccia stringe,
  Con l’aura di Favonio — In rosei nodi spinge.

Essa al notturno soffio — Dell’etere sereno
  Sparge rugiada lucida — Su l’umido terreno.
  Ami domane, ec.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.