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la vecchia signora di marmo | 139 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Antico (Fogazzaro).djvu{{padleft:143|3|0]]cuore, l’anima sua, la sua vita, di non cercar altro al mondo, se la sentì tremar tutta fra le braccia. Nè allora nè poi una sola parola ne fu più detta fra loro. Al cancello del cimitero s’inginocchiarono insieme. Franco pregò con impeto di fede. Luisa trapassò con gli occhi avidi la terra smossa presso all’entrata, trapassò la bara, si affissò mentalmente nel volto mansueto e grave della mamma; mentalmente ancora ma con tanto gagliardo impulso da scuoter le sbarre del cancello, si chinò, si chinò, fisse le labbra sulle labbra della morta, v’impresse una violenza di amore più forte che tutti gli insulti, che tutte le bassezze odiose del mondo.
Si staccò a stento di là verso le undici. Discendendo adagio a fianco di suo marito lo sdrucciolevole ciottolato del sentiero, le sorse improvvisa in mente la visione di un incontro futuro con la marchesa. Si fermò, si eresse, stringendo i pugni; e il suo bel viso intelligente spirò una fierezza tale che se la vecchia signora di marmo l’avesse realmente veduta, realmente incontrata in quel punto, si sarebbe senz’altro, piegata no, impaurita no, ma posta in difesa.