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12 | capitolo i |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Antico (Fogazzaro).djvu{{padleft:16|3|0]]Ce l’ho su in casa» rispose Pin. «Debbo andare a prenderla? La signora qui avrà paura, forse. E poi, ecco là che vien l’acqua!»
«Va’!» fece Pasotti.
La signora, sorda come un battaglio di campana, non udì verbo di questo colloquio, si meravigliò molto di veder Pin correr via e chiese a suo marito dove andasse.
«La vela!» le gridò Pasotti sul viso.
Colei stava lì tutta china, a bocca spalancata, per raccogliere un po’ di voce, ma inutilmente.
«La vela!» ripeté l’altro, più forte, con le mani accostate al viso.
Ella sospettò d’aver capito, trasalì di spavento, fece in aria, col dito, un geroglifico interrogativo. Pasotti rispose tracciando pure in aria un arco immaginario e soffiandovi dentro; poi affermò del capo, in silenzio. Sua moglie, convulsa, si alzò per uscire.
«Vado fuori!» diss’ella angosciosamente. «Vado fuori! Vado a piedi!»
Suo marito l’afferrò per un braccio, la trasse a sedere, le piantò addosso due occhi di fuoco.
Intanto il barcaiuolo ritornò con la vela. La povera signora si contorceva, sospirava, aveva le lagrime agli occhi, gittava alla riva delle occhiate pietose, ma taceva. L’albero fu rizzato, i due capi inferiori della vela furono legati, e la barca stava per prender il largo, quando un vocione mugghiò dal portico: