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196 | parte ii - capitolo ii |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Antico (Fogazzaro).djvu{{padleft:200|3|0]]«Bisogna andarci tutti!» disse Pedraglio.
«Tutti!» ripetè Franco. Luisa lo baciò con impeto, sulla spalla. Suo marito le afferrò il capo a due mani, le stampò un bacio sui capelli.
Una delle finestre verso il lago era spalancata. Si udì, nel silenzio che seguì quel bacio, un batter misurato di remi.
«Finanza» sussurrò Franco. Mentre la lancia delle guardie di finanza passava sotto la finestra, Pedraglio fece «maledetti porci!» così forte che gli altri zittirono. La lancia passò. Franco mise il capo alla finestra.
Faceva fresco, la luna scendeva verso i monti di Carona, rigando il lago di una lunga striscia dorata. Che strano senso faceva il contemplar quella romita quiete con l’idea d’una gran guerra vicina! Le montagne, grandi e tristi, parevano pensare al formidabile avvenire. Franco chiuse la finestra e la conversazione ricominciò sommessa, intorno al tavolino. Ciascuno faceva le proprie supposizioni sugli avvenimenti futuri; e tutti ne parlavano come di un dramma il cui manoscritto fosse già pronto fino all’ultimo verso, con i punti e le virgole, nella scrivania del conte di Cavour. V., bonapartista, vedeva chiaro che Napoleone intendeva vendicar lo zio demolendo uno ad uno i membri dell Santa Alleanza; oggi la Russia, domani l’Austria. Invece Franco, diffidentissimo dell’imperatore, attribuiva l’alleanza sarda al buon volere dell’Inghilterra, ma riconosceva che, appena proclamata quest’alleanza,