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276 parte ii - capitolo vi

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Antico (Fogazzaro).djvu{{padleft:280|3|0]]non chiuder occhio fino alla mattina. A lei pareva di non aver fantasia perchè non se la sentiva movere, accendere così facilmente. Chi le avesse detto che la fantasia poteva in lei più che in suo marito, l’avrebbe fatta ridere. Eppure era così. Solamente, per dimostrarlo, occorreva capovolgere ambedue le anime, perchè Franco aveva la sua fantasia visibile a fior d’anima e tutta la sua ragione al fondo, mentre Luisa aveva la fantasia al fondo e la ragione, molto visibilmente, a fior d’anima. Ella non dormì infatti e pensò per tutta la notte, con la sua fantasia del fondo dell’anima, come la religione favorisca i sentimentalismi deboli, come essa che predica la sete della giustizia sia incapace di formare negl’intelletti devoti a lei il vero concetto di giustizia.



Anche il professore, che aveva infiltrazioni sierose di fantasia nelle cellule raziocinanti del cervello come nelle cellule amorifiche del cuore, spenta la lucerna, passò gran parte della notte davanti al caminetto lavorando con le molle e con la fantasia, pigliando, guardando, lasciando cadere brage e progetti fino a che gli restarono un ultimo carbone lucente e un’ultima idea. Prese allora uno

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