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ore amare 305

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Si aspettavano alquante visite, in quel giorno, di conoscenti che avevan promesso di venire a congedarsi da Franco prima della sua partenza per Milano. Luisa fece il miracolo di accender la stufa in Siberia, come lo zio chiamava la sala, e vi si trovarono insieme donna Ester, i due indivisibili Paoli di Loggio, il Paolin e il Paolon, il professor Gilardoni che vi sofferse di una trepidazione, di una inquietudine continua perchè Luisa, non avendo ancora allestito il bagaglio di Franco, andava e veniva dalla camera dell’alcova, chiamava Ester ogni momento ed Ester era quindi sempre in moto, quando passava dietro al professore, quando gli passava davanti, quando a destra, quando a sinistra. Al pover uomo pareva di stare in un turbine magnetico.

Ecco capitare, molto inattesa perchè dopo la perquisizione non s’era più veduta, anche la signora Peppina. «Oh cara la mia süra Lüisa! Oh car el me sür don Franco? L’è vera ch’el voeur propi andà via?» Adesso è il Paolin che si dimena un poco sulla sedia perchè ha l’idea che la süra Peppina sia mandata dal marito per vedere chi c’è e chi non c’è intorno all’uomo sospetto, nella casa

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