Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
418 | parte ii - capitolo xi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Antico (Fogazzaro).djvu{{padleft:422|3|0]]sopra, la stalla sotto, un portichetto davanti alla stalla, una cisterna nel portichetto; non c’è altro. Il portichetto s’affaccia sulla viottola ciottolata che passa da due a tre metri più basso. Dal ciglio del burrone di Val Malghera a Rooch ci son pochi passi. Salito sul ciglio, Franco udì qualcuno parlare sommessamente nella cascina.
Sostò e fattosi da banda si stese bocconi sull’erba fuori del sentiero, lungo un cespuglieto di castagni. Non udì più parlare, ma udì venire un rapido passo d’uomo e stette immobile, trattenendo il respiro. L’uomo si fermò quasi accanto a lui, aspettò un poco, poi ritornò indietro adagio e disse ad alta voce, con accento forestiero: «non c’è niente. Sarà stata una volpe».
Le guardie. Seguì un lungo silenzio durante il quale Franco non osò muoversi. Le guardie ricominciarono a discorrere ed egli si propose d’indietreggiar senza rumore, di calarsi da capo in Val Malghera per girare dietro la cascina, in alto. Si levò adagio adagio le scarpe. Stava per muoversi quando udì le guardie, tre o quattro, uscire dalla cascina discorrendo e venire verso di lui. Ne intese una dire: «non resta qui nessuno?», e un’altra rispondere: «è inutile».
Quattro guardie gli passarono accanto una dopo l’altra senza vederlo. Non avevan sospetti perché discorrevano di cose indifferenti. Uno diceva che si può restar sott’acqua dieci minuti senz’affogare, un altro ribatteva che dopo cinque minuti bisogna morire.