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424 | parte ii - capitolo xi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Antico (Fogazzaro).djvu{{padleft:428|3|0]]quello che tu dici. Tu devi pensare che la causa della sua morte sono io, che se avessi seguito i tuoi sentimenti, le tue idee, non sarei uscita di casa, e se non uscivo di casa non succedeva niente, Maria sarebbe viva.»
«Lascia star questo, lascia star questo. Tu potevi credere che Maria fosse in camera o con la Veronica, tu potevi rimanere in sala con gli sposi e la disgrazia sarebbe successa egualmente. Non pensar più a questo, Luisa. Ascolta invece quello che ti dice Maria.»
«Povero Franco! Poveretto, poveretto!», disse Luisa, con un’amarezza di sottintesi paurosi, da far gelare il sangue. Franco tacque, tremando, non valendo a immaginare cosa ella pensasse, eppur temendo udirlo. Si sciolsero lentamente dalla loro stretta, Luisa per la prima. Ella riprese però la mano di suo marito, volle accostarsela da capo alle labbra. Franco trasse teneramente a sé quella di lei, tentò un’ultima parola:
«Perché non mi vuoi rispondere?»
«Ti farei troppo male» diss’ella, sottovoce.
Egli ebbe il senso di una irreparabile rovina nell’anima di lei e tacque. Non ritirò la mano ma si sentì mancare ogni forza, invader da uno scuro, da un gelo, come se Maria, chiamata inutilmente, fosse morta una seconda volta. L’angoscia, la stanchezza, l’afa, i misti odori della camera poterono tanto sopra di esso che dovette uscire per non venir meno.