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CAPITOLO XIII.


In fuga.


Alle due e mezzo dopo la mezzanotte Franco, l’avvocato V. e il loro amico Pedraglio erano seduti in loggia, al buio, in silenzio. A un tratto Pedraglio si alzò dicendo: «cosa fa questo asino?» uscì sulla terrazza, vi stette in ascolto e rientrò. «Niente» diss’egli. «Disi mi, e per quell’asino che si sarà addormentato dobbiamo star qui da minchioni ad aspettare che ci prendano? Tu, Maironi, la strada presso a poco la sai e siamo poi anche in tre che abbiamo il fegato buono. Se occorrerà de dà via on quai cazzott el darèm via, neh ti avocàt?»

Il Pedraglio s’era trovato la sera prima, verso le sette, sulla strada fra Loveno e Menaggio nel luogo che chiamano «el crott del Bertin.» Un uomo gli aveva chiesto l’elemosina e posto in mano

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