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PARTE TERZA

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CAPITOLO I.


Il Savio parla.


Non una ma tre primavere erano passate dopo quell’autunno del 1855 senza la fioritura d’armi e di stendardi che gl’italiani aspettavano sulle rive del Ticino. Nel febbraio del 1859 si era sicuri che non sarebbe passata così la quarta. Grandi avvenimenti, annunciati debitamente da una splendida cometa, erano in cammino. Correvano nelle viscere del mondo antico fremiti e scricchiolii sordi, come nelle viscere d’un fiume gelato alla vigilia dello sgelo. Il freddo mortale, il silenzio pauroso di dieci anni erano per passare portati via in un fragor d’urti e di rovine da correnti nuove, calde, brillanti.

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