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eclissi. 133

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II.

I consiglieri invitati vennero alla spicciolata e in ritardo. Alle quattro e un quarto erano sette. L’uomo acido e l’uomo amaro, membri essi pure del Consiglio e della maggioranza, cominciarono a borbottare insopportabilmente. L’acido masticava, colla sua mutria sepolcrale, giaculatorie corrosive, senza guardare in faccia nessuno. “Brava zente! Un gusto mato! Magnaremo i risi longhi un mia!„ L’amaro lo accompagnava con un pizzicato di contrabbasso: “Porcarie, porcarie„. Il consigliere Quaiotto, venuto il primo, pareva pure impaziente, guardava spesso nella via. Gli altri, scambiate abbondanti cerimonie con il dottor Záupa e fra loro, fatti tranquilli circa la preziosa salute della mamma Záupa, della sposa Záupa e dei marmocchi Záupa, lodato sommessamente, timidamente, il meraviglioso aspetto giovanile dei canapè, delle seggiole e delle poltrone, evocate con rispetto le ombre congiuntevi degli Záupa preistorici, cantata in coro la gran bontà delle stoffe antiche, non sapevano più che dire. Matìo chiese con qualche trepidazione all’uomo acido se intendesse di assistere all’eclissi totale di luna ch’era atteso nella notte prossima e n’ebbe un

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