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il caffè del commendatore. | 223 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Moderno (Fogazzaro).djvu{{padleft:245|3|0]]più a fondo perchè anche a sè stesso l’uomo deve usare carità, anche in sè stesso deve astenersi dalle investigazioni che sarebbe odioso di praticare in altrui. Sua moglie, intontita e sdegnosa, respinse da sè tutta questa psicologia e questa casistica, come un incomprensibile logogrifo.
Ell’aveva dunque rinunciato a tentare direttamente la conversione di Zaneto e lo ripetè a don Giuseppe, il quale fece e rifece, sospirando, l’atto di alzar con le spalle e con il capo un gran peso.
“Come faccio?„ diss’egli. Senza tener conto de’ suoi gesti nè della sua parola, la impavida vecchia signora, come se fosse bell’e inteso che don Giuseppe sarebbe l’ambasciatore, s’incamminò a metter fuori un’ambasciata nuova, che quegli era ben lontano dall’immaginare. Annaspò un bel pezzo intorno ai suoi beni extradotali che aveva gelosamente e quasi avaramente amministrati a parte per amore della figliuola, perchè non andassero, com’ella disse a don Giuseppe, “nel caldieron„, nel caldaione Scremin tutto screpolato di debiti. Era una sostanza ragguardevole e finora la brava marchesa non aveva mai voluto aiutare a saldar il caldaione nè con un soldo nè con una firma.
“Ma se occorre, don Giuseppe„, diss’ella “vada„.
Ecco, l’intimo pensiero della marchesa Nene, il