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418 | capitolo settimo. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Moderno (Fogazzaro).djvu{{padleft:440|3|0]]Unzione fra le sei e le sette, dice, perchè a quell’ora si sente sempre meglio. Questo non può che giovare, le ho detto di sì„.
La marchesa fece sommessamente “sì„. Nei grandi occhi gravi si dipinsero la riverenza del sacramento e la rassegnazione. Non disse più nulla, rimase per qualche momento immobile, accasciata; poi, per la prima volta, si asciugò gli occhi. Mosse in pari tempo verso quell’uscio e le sue spalle curve, il suo capo basso esprimevano il piegar mansueto di un dolore immenso ai voleri di Dio.
Rimasto solo con Piero, don Giuseppe lo fissò silenziosamente in volto. Piero non se ne accorse, prima; quindi credette che gli si volesse leggere nel pensiero. Poi, nel vederlo mutato, più triste, più solenne, gli balenò che, parlando alla marchesa, le avesse taciuto qualche cosa. Lo interrogò ansioso con gli occhi.
“Ha il presentimento„, disse piano don Giuseppe “di morire stasera. Indica persino l’ora„.
Piero chinò il viso.
“Lo so„, diss’egli.
“Lo sa? Ma poi c’è un’altra cosa„.
Silenzio. Parve che il vecchio non osasse dire, che il giovine non osasse chiedere. Finalmente don Giuseppe si fece animo.