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430 capitolo settimo.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Moderno (Fogazzaro).djvu{{padleft:452|3|0]]doveva consegnare qualche cosa da parte di lei appunto. Tempo addietro, quando era venuto dal manicomio quel s’ofro pieno di angoscia e di speranza, la marchesa aveva segretamente incaricato don Giuseppe di far incidere in una medaglia d’oro parole appropriate a un dono che l’Elisa risanata ne farebbe, in memoria del beneficio divino, al marito. Partendo al richiamo del Direttore ell’aveva preso con sè, come un augurio, la medaglia che ora don Giuseppe era per consegnare in nome di lei a Piero come una reliquia. Sopra una faccia della medaglia si leggevano, in giro, le parole di Cristo:

Venite ad me omnes qui laboratis et onerati estis et ego reficiam vos.

Sull’altra era inciso, nel mezzo:

Refecit nos

me reddidit tib

et te mihi.

Piero prese la medaglia e leggendovi le parole di Cristo, mise una esclamazione come nella sagrestia della chiesetta l’aveva messa don Giuseppe udendo da lui che il caso gli aveva posto sott’oc-

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