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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Moderno (Fogazzaro).djvu{{padleft:473|3|0]]e il lago tacevano. Colonne di cipressi, frondose vette di ulivi, fronti di montagne nereggiavano sull’eguale albore del drappo sottile di nuvole. Il sentiero, il pendìo erboso a sinistra, i campicelli a destra lungo l’acqua dormente eran grigi di luna velata. Per via Piero non incontrò anima viva. Sugli scalini del Camposanto, presso al cancello, era inginocchiato un vecchione cencioso che, udito Piero salire, si alzò e guardatolo gli disse timidamente con un sorriso d’idiota, quasi: “S’era chí a di sü un poo de ben per i me vecc. Lù l’è ben el fiœu de la poera sciora Lüisa? La me n’a faa inscì tanto, del ben, la soa mamm! L’era ona gran donna!„
Avuta una copiosa elemosina se ne andò zoppicando e borbottando: “Vardé on poo, vardé on poo!„.
Piero aperse il cancello e, scopertosi il capo, entrò.
Quasi in faccia al cancello, a sinistra, nel muro addossato al monte stavano quattro lapidi di marmo bianco.
Nella prima era inciso:
la piccoletta veste gentile
di maria maironi.