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senza traccia. 453

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Piccolo Mondo Moderno (Fogazzaro).djvu{{padleft:475|3|0]]lapide la terra smossa indicava il riposo della povera Elisa.

Piero s’inginocchiò sull’erba e piegò il viso. Le sue labbra non si movevano, neppure una fibra della persona si moveva. Parve impietrato nella preghiera riverente, nell’attitudine di chi sentisse pendersi sul capo diafane mani benedicenti. Quando alzò il viso la luna era discesa occultamente al tramonto, il campo sacro e le mura si erano oscurate, le quattro epigrafi non si leggevano più, le mani benedicenti si erano raccolte su al loro soggiorno di mistero.




III.


Don Giuseppe si attardò a contemplare il lago, le ombre della notte, un lontano lume alle falde del S. Salvatore. Quanto, pensava, erano mutati gli uomini in Valsolda, da buon tempo antico e quanto poco le cose! Al tornare di Piero gli porse le mani per una stretta silenziosa che significava: so di dove vieni.

“Lei non ha aperto ancora il Suo pacco postale„, diss’egli.

Il custode si offerse di aprire questo pacco e

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