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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pirandello - L'Esclusa, 1919.djvu{{padleft:124|3|0]]— Mamma, — la interruppe Marta, alteramente, — è inutile star qui a discutere. Lasciali entrare. Sono comandati: debbono fare il loro dovere.
— Con dolore, si.... — aggiunse don Protogene.
— Eh, purtroppo....
Chiuse gli occhi, aprì le mani e applicò la punta della lingua al labbro superiore.
— Abbiano pazienza, — riprese poco dopo, — donde dobbiamo cominciare? Se la signora volesse avere la bontà....
— Seguitemi, — ordinò Marta. — Ecco il salotto.
Aprì l’uscio ed entrò innanzi a gli altri per dar luce alla stanza, che da tanti mesi dormiva con gli scuri chiusi, abbandonata. Poi, rivolta alla madre e a la sorella, soggiunse:
— Andate via. Attenderò io a costoro.
I due giovanotti si guardarono mortificati; e il biondo, ch’era un forense, già galoppino di Gregorio Alvignani, e che aveva pregato insistentemente il vecchio usciere di portarselo con sè come testimonio, per curiosità di veder Marta da vicino, disse, guardandosi le unghie lunghe, scarnate:
— Noi siamo dispiacenti, creda, signora....
Marta lo interruppe, con lo stesso piglio sprezzante.
— Sbrigatevi. Son discorsi inutili.