Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 216 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pisacane - Saggio sulla rivoluzione.djvu{{padleft:232|3|0]]neranno ai loro satelliti. Ognuno, in buona fede, crede che le proprie idee riescano di gran beneficio al paese; e però se avrà la forza d’imporle le imporrà. Lasciamo a tutti libertà di proporre i proprii pensieri, ed a nessuno facoltà d’imporli. L’uomo creato indipendente e libero non dovrà mai servire un altro uomo, ma solo la propria natura, ed il proprio meglio; e se in virtù di questa legge nelle specialità, conviengli alla direzione de’ migliori sottoporsi, non dovrà mai, in forza della legge medesima, lasciare che altri stabilisca i rapporti della società di cui fa parte, e dia norma a tutto il suo vivere. I diritti di ognuno limitano di fatto la sfera d’azione de’ diritti altrui, le naturali inclinazioni ne distribuiscono le incombenze, e da questa libertà che altri limiti non conosce che l’altrui libertà, ne risulta l’armonia sociale. Chiunque pretende governarmi, chiunque pretende che io mi uniformi alle sue idee, alle sue abitudini, è uno stolto tiranno. Ad ottenere ciò dovrebbe trasfondere in me la sua sensibilità, le sue idee.
Or dunque, considerando questi veri come i punti di riscontro del nostro avvenire, verremo traducendoli m pratica esponendo le provvidenze, che sul retto sentiero indirizzeranno la rivoluzione, assicurando sin dai primi istanti il suo magnifico e semplicissimo procedere:
1.° Tutte le leggi, i decreti, le cariche, le incombenze insomma, tutte le esistenti istituzioni sociali, rimangono da quest’istante annullate.