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si sorrideva all’avvenire del patrio risorgimento, e i sacri entusiasmi della giovinezza venian su dal cuore festante sì come fremito di arpa in notte estiva.

Ed ora?

La risposta suonerebbe ingrata al cuore già troppo deluso nelle tristi esperienze di matura virilità; e non pertanto il recriminare non vale, chè gli uomini non sono usi a scattar mai d’un punto la perfidia di loro natura — auspici Mercurio e Pandora.

Ma dei naufragj d’un tempo sì poco lontano qualche cosa pur resta, cara come la fragranza di mammola romita, e vo’ dire l’affetto de’ rari amici, tra’ quali pongo singolarmente la famiglia vostra e Voi, — e la convinzione fermissima che i mali della vita sieno il vero stimolo alla virtù ed alla saggezza.

Aggradite, prego, l’umile offerta quale viva testimonianza di questi sentimenti, e vivete felice.

Di Voi, egregia Signora,

— Milano, il Carnevale del 1868.



Devotissimo
B. E. MAINERI.


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