< Pagina:Poesie (Carducci).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

rime e ritmi 995

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Poesie (Carducci).djvu{{padleft:1021|3|0]]


Ov’è che a lutto del fanciullo amato
lai lunghi il re de’ Liguri levando
tra le populee meste fronde e l’ombra
  56de le sorelle

vecchiezza indusse di canute piume,
e abbandonata la dogliosa terra
seguí le belle sorridenti in cielo
  60stelle co ’l canto?

Perpetuo quindi un gemito vagava
su la tristezza di Padusa immota
ne le fósche acque. I Liguri selvaggi
  64spingean le cimbe

lungo ululando in negre vesti, o sopra
i calvi dossi a l’isole emergenti
in solchi per il desolato lago
  68sedean cantando

lugubremente dove Argenta siede
oggi. Né ancora Dïomede avea
di delfic’ oro e argivo onor vestita
  72d’Adria reina

Spina pelasga. Ahi nome vano or suona!
Sparí, del vespro visïone, in faccia
a la sorgente con in man la croce
  76ferrea Ferrara.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.