Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
1034 | rime e ritmi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Poesie (Carducci).djvu{{padleft:1060|3|0]]
pregò?„ Allora tutti quei repubblicani votarono la spesa per San Donato di Polenta. Che fu dichiarato dal Governo monumento nazionale; e cominciarono i lavori de’ restauri; e vennero in aiuto alla spesa il Ministero dell’istruzione e quello dei culti; dei benefattori, come dicono, privati, ricordo la contessa Silvia Baroni Pasolini, il comm. Francesco Torraca, l’arcipr. Ricci di Consercole, i parocchiani di Polenta e quel buon don Zattini che non ha poi molto grassa prebenda. Ristaurati furono il tetto, le navate destra e centrale, l’abside centrale, la cripta: rimane da ristaurare l’abside a destra di chi entra e da ricostruire il campanile.
Da un articolo nel Cittadino di Cesena (13 giugno 1897) dell’avv. Nazzareno Trovanelli, buon cittadino e buon letterato, di cui sono notevoli parecchie traduzioni dal Tennyson e dal Longfellow, riproduco qui, a schiarimento de’ miei versi, alcuni passi. — “Le colonne della chiesa, grosse, rotonde, a strati di mattoni e di conci, sono coronate da capitelli che formano la parte piú importante e caratteristica dello storico monumento. — Sono — scrive il cav. Santarelli — scolpiti in pietra locale, alcuni cubiformi, altri a dadi, con facce smussate variamente ornate con foglie convenzionali, disegni geometrici, intrecci bizzarri di tenie, figure grottesche di uomini e animali, a tutto rilievo molto basso e rude. — Certe figure, piuttosto di scimmiotti che d’uomini, una specie d’ippogrifo, un orribile granchio di mare, fermano specialmente l’attenzione„. — “Del castello non restano che laceri avanzi sui quali è addossata una squallida casa colonica. Fu Dante al Castello polentano? Pregò egli nella piccola chiesa? Nessun documento l’attesta, ma nulla lo rende inverosimile.... La leggenda che qualche volta erra, ma talvolta integra e riassume la storia, lo crede; e vuole ancora che Francesca.... salisse quassú e ad un cipresso che sorge solitario sopra uno di questi poggi e domina tutta la vallata intorno e si vede a grande distanza (forse sostituito ad altri ivi posti successivamente) si dà ancora la poetica intitolazione di cipresso di Francesca„.