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LXXXVII.

MONTEBELLO


Non son, barbaro, qui le inermi genti
Onde facil menar preda ti giova:
Son forti mille; e teco ardono in prova
4Mescersi, d’armi e di valor potenti.

Son gl’itali manipoli irrompenti:
Questo che fere, il ferro è de la nova
Gente; e com’e’ s’incarna avido e trova
8L’austriache vite, barbaro, tu il senti.

Superbo, e sotto la sabauda lancia
Curvi le spalle? prode, e sí restio
11Se’ tu dal ferro e cosí pronto a ciancia?

T’urta e rompe e disperde, o ladron rio,
Italia a fronte; e a tergo poi ti lancia
14La vendetta de’ popoli e di Dio.



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