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tro i nobili e grandi; e, venuto ad esser priore nel 1292, riformò lo stato e ridusse il governo nelle mani del popolo. Di che nacquero invidie e odii contro di lui, e il popolo traeva a difenderlo; ma e’ non patí che il nome suo divenisse segno di cittadine discordie, e di sua volontà si bandí da Firenze nel 1294.

pag. 224, v. 9. Dante Alighieri, nato in Firenze l’anno 1265 morto in Ravenna nel 1321, il più gran poeta de’ tempi cristiani, fu primo a nettamente pensare e procurare efficacemente con le scritture e i consigli l’unità d’Italia nella lingua, nei pensieri e costumi, nelle leggi e nel governo, sotto il reggimento d’un principe. Ma egli concepiva l’unità italiana solo co’l risorgimento dell’impero romano, per lo che allargavasi a certe astrazioni di monarchia universale, che non fanno al caso nostro: per altro è da osservare che quel che Dante pensò, un altro italiano Napoleone i, tentò a modo suo di mettere in effetto. Belle e degnamente riferibili al Re eletto sono le parole con le quali il gran poeta annunziava la venuta d’un redentore d’Italia nella Epistola ai re, magistrati e popoli d’Italia (traduzione di P. Fraticelli).

pag. 224, v. 17. Nicolò Machiavelli, cittadino fiorentino e segretario della Repubblica, nato nel 1469 e morto nel 1527, voleva la indipendenza e unità d’Italia acquistata con le armi nazionali e assicurata sotto un principe nazionale potente. Vagheggiò questo principe prima in Cesare Borgia detto il Valentino, poi in Lorenzo de’ Medici duca d’Urbino; i quali, usciti di ree famiglie ambidue, erano ambidue nefandi per tradimenti e violenze e vizii di diversa maniera: e Dio non vuole che le opere grandi e belle si compiano per mezzo di bassi e brutti istrumenti. Paiono profezia della mirabil concordia, con la quale gl’Italiani d’oggi vollero e vogliono per re loro Vittorio Emanuele, le parole del Machiavelli nel capo ultimo del Principe.

pag. 226, v. 3. Quale italiano non conosce il nome e i fatti di Francesco Ferrucci, nato in Firenze il 14 agosto 1489

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