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stro Carlo Romani ed eseguite nel r. Teatro degl’Intrepidi in Firenze la sera del 27 novembre 1859.
XCIV) Un po’ incivile con gli austriaci, ma bisogna ricordare i tempi: del resto né pur gli austriaci erano civilissimi con noi. Tarconte (p. 231, v. 4) è l’eroe mitico degli etruschi fondatore di città. Ampelo (ivi, v. 7) diè il nome greco alla vite: di lui Ovidio, Fast. iii, 409.
Ampelon intonsum satyro nymphaque creatum
Fertur in ismariis Bacchus amasse iugis.
Su ’l coperchio d’un sarcofago del Museo Pio Clementino vedesi figurato nel trionfo di Bacco in un carro tirato da tigri cui guida un Amorino sonando la lira. La sua storia è il più bel episodio delle Dionisiache di Nonno. A pag. 233, v. 13-16, si accenna a Mario, che vecchio beveva anche troppo, e ad Alceo, de’ cui pochi frammenti parecchi son sacri al vino e a’ bicchieri.
C) p. 246, v. 7. Occorre dire che accenno alla Compagnia della morte, la quale combattè a Legnano intorno al Carroccio? e della quale il Berchet, Fantasie iii,
Dio fu nosco. Al drappel de la Morte, |
pag. 249, vv. 5-8. Su ’l piano di Cossovo fu combattuta il 15 giugno del 1389 la battaglia tra Serbi e Turchi ove cadde tra migliaia di prodi Lazaro re di Serbia e la nazione, e che è omericamente celebrata nei canti popolari serbi, al cui paragone si vede bene la gran miseria che sono certe altre poesie popolari. Quei canti narrano anche i grandi e gli ameni fatti di Marco Kraglievich (principe), l’Achille e il Rinaldo serbico. “Visse censessant’anni; second’altri tre-