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Nel mesto giorno che la quarta volta
Te visitò la Parca,
E sott’essa la tua funerea volta
64Batte il martel su l’arca

Del giovinetto, la cui mite aurora
Empiva i clivi tuoi
Di roseo lume. Oh come sola è ora
68La casa de gli eroi!

De le sue stanze pe ’l deserto strano
S’incontran due viventi:
Tristi echi rende il sepolcro vano
72Sotto i lor passi lenti:

Avvalla il figlio de la madre in faccia
Il viso e gli occhi muti,
Che non rivegga in lui la cara traccia
76De’ suoi quattro perduti.

O madre, o madre, a i dí de la speranza
Dal tuo grembo fecondo
Cinque valenti uscieno: ecco, t’avanza
80Oggi quest’uno al mondo.

L’alma benigna nel sereno viso
Splendea di que’ gagliardi,
Come del sol di giugno il vasto riso
84Sovra i laghi lombardi.

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