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XXVII.

A MESSER CANTE GABRIELLI DA GUBBIO

podestà di firenze nel mccci


Molto mi meraviglio, o messer Cante,
Podestà venerando e cavaliero,
Non v’abbia Italia ancor piantato intiero
4In marmo di Carrara e dritto stante

Sur una piazza, ove al bel ceffo austero
Vostro passeggi il popolo davante,
O primo, o solo ispirator di Dante,
8Quando ladro il dannaste e barattiero.

I ceppi per a lui la man tagliare
Voi tenevate presti; ei ne l’inferno
11Scampò, gloria e vendetta a ricercare.

Spongon or birri e frati il suo quaderno,
E quel povero veltro ha un bel da fare
14A cacciar per la chiesa e pe ’l governo.


maggio 1874.



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