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V.

OMERO


II.


E forse da i selvaggi Urali a valle
Nova ruinerà barbara plebe,
Nova d’armi e di carri e di cavalle
4Coprirà un’onda l’agenorea Tebe,

E cadrà Roma, e per deserto calle
Bagnerà il Tebro innominate glebe.
Ma tu, o poeta, sí com’Ercol dalle
8Pire d’Eta fumanti al seno d’Ebe,

Risorgerai con giovanili tempre
Pur a l’amplesso de l’eterna idea
11Che disvelata rise a te primiero.

E, s’Alpe ed Ato pria non si distempre,
A la riva latina ed a l’achea
14Perenne splenderà co ’l sole Omero.



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