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XX.
DIETRO UN RITRATTO DELL’ARIOSTO
Questa che a voi, donna gentil, ne viene
Imagin viva del divin lombardo
Ne l’ampia fronte e nel fiso occhio e tardo
4Lo stupor de’ gran sogni anche ritiene.
Oh lui felice! il qual, poi ch’ebbe piene
Tutte del mondo suo lieto e gagliardo
Le carte, aprir piú non sostenne il guardo
8Sotto povero ciel, su meste arene.
E piú felice ancor! ché non favore
Di prence e di vulgo aura ogn’or novella
11Né di tëologal donna l’amore,
Ma premio a’ canti era una bocca bella,
Che del fronte febeo lenía l’ardore
14Co’ baci, e quel fulgea come una stella.
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