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juvenilia 33

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XXIII.


Non son quell’io che già d’amiche cene
Destai la gioia tra’ bicchier spumanti.
Torpe la mente irrigidita, e piene
4D’amaro tedio stan l’ore cessanti.

Ira è che il viver mio fero sostiene
Sol una, e il cor con sue tede fumanti
M’arde e depreda. O miei verd’anni, o spene
8Mia che mi giaci, ahi già sfiorita, innanti!

Anche del caro imaginar la brama
Al tempo m’abbandona; e resta, immane
11Muto fantasma, intorno a me, la vita.

Ma un’ombra io sento che il mio nome chiama,
E duolsi a me che sola ella rimane,
14E di là da le quete onde m’invita.



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