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XXXI.

MARTINO LUTERO


Due nemici ebbe, e l’uno e l’altro vinse
Trent’anni battaglier, Martin Lutero;
L’uno il diavolo triste, e quello estinse
4Tra le gioie del nappo e del saltero;

L’altro l’allegro papa, e contro spinse
A lui Cristo Gesú duro ed austero;
E di fortezza i lombi suoi precinse,
8E di serenità l’alto pensiero.

— Nostra fortezza e spada nostra Iddio —
A lui d’intorno il popol suo cantava
11Con l’inno ch’ei gli diè pien d’avvenire.

Pur, guardandosi a dietro ei sospirava:
Signor chiamami a te: stanco son io:
14Pregar non posso senza maledire.



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