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BONTÀ

(a un amico).

I.

Quella bontà che nel mio cor rinviene
La bella anima tua fervida e pia
Non è che un’amorosa cortesia,
La cortesia dell’anime serene.

È una bontà che dal voler non viene,
È un istinto di pace e d’armonìa,
È una dolcezza che la madre mia
Mi trasfuse nell’ossa e nelle vene.

E non è mia virtù, ma mio destino;
Non merta il nome benedetto e santo
A cui la fronte reverente inchino;

Ho l’indulgenza, la dolcezza, il pianto,
Come ha il trillo gentile il cardellino:
La mia bontà, diletto amico, è un canto.

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